I piatti
Riposti con cautela, attendono pazienti,
Gli assoli e le armonie dei tanti altri strumenti.
Poi vicini, perfettamente paralleli
Si sollevano a mezz’aria,
Tesi. Pronti al loro momento.
Fermi. Senza neppure un sussulto.
Finalmente, tra le righe, tra le chiavi
E tra le note, arriva quella a loro riservata
Si toccano e si schiudono come un fiore
Mentre l’aria vibra tutta
Di un metallico rumore.
Herberh
10th Ottobre 2007 at 7:07 pmloro lì seri seri, li hai guardati con amore e con cura li hai trattati, come fossero bicchieri
hermansji
13th Ottobre 2007 at 4:33 amNon li avevo mai immaginati come fiori.
.:.
Baga
2nd Novembre 2007 at 7:55 pmE’ davvero un bellissimo componimento, e te lo dice uno che suona i piatti in una banda musicale :P, ti puoi fidare. Sei davvero una brava poetessa!
complimenti
Slawka G. Scarso
3rd Novembre 2007 at 7:41 pmCiao Baga! Grazie mille dei complimenti. Non sai che piacere sentire che questa poesia è stata apprezzata da una persona che suona proprio questi strumenti! 🙂