Slawka G. Scarso

Short stories, poems and the odd travel note // Racconti, poesie, e qualche appunto di viaggio

Il vino in italia, un boccone, anche due

Cibo e arte, arte e cibo con Roy Caceres al Metamorfosi

Metti una di quelle sere, a Roma, quando il traffico sembra bloccarsi in una sorta di freeze mob. Roba che tu ti ci trovi in mezzo e nessuno te l’ha detto – queste cose le scopri puntualmente quando ne parlano al telegiornale, a evento finito. Ti guardi attorno e trovi solo facce rassegnate – ti ricordi che c’è lo sciopero dei taxi. Forse c’è pure il blocco del traffico. Stai per desistere perché ancora sei molto più vicino a casa che a destinazione e poi t’impunti: ce la puoi fare, ti dici. Non l’avranno vinta, no!

E alla fine ce la fai, il traffico si dissolve improvvisamente (dopo 45 minuti di coda, intendo dire), e ancora non te lo spieghi cosa era successo – piovere, non pioveva, forse un incidente? – ma arrivi alla meta e trovi pure parcheggio a una cinquantina di metri dal ristorante. La serata si mette d’un tratto al meglio e la conferma ce l’hai quando varchi la soglia del Metamorfosi, il tempo di ambientarsi un poco e inizia la serata. Questo racconto, lo dico subito, risale a metà gennaio, ce l’avevo in serbo da un po’. Era una serata che mischiava arte e cibo, di quelle come piacciono a me e Livia Belardelli che mi aveva invitata lo sapeva bene. In sala di regia, come ogni sera, il colombiano Roy Caceres della cui cucina avevo sentito parlare da tempo – credo la prima volta fosse stata quando stava da Pipero – e per questo ero parecchio curiosa. Aspettative particolarmente che non sono state deluse, anzi!
Del resto se il benvenuto te lo danno con un amuse bouche ammiccante al punto giusto, un lecca lecca di Pata Negra con una crocchettina di baccalà e patate, cosa ti aspetti? E a seguire una crema di patate con sfoglia di peperoni, fuso piacere, una terrina di foie gras con cassis e pan d’epice che echeggia favole d’oltralpe, e ancora ravioli di blu del Monviso con rapa rossa e tartufo – un delicato sovrapporsi di profumi – e per finire il piccione scottato in polenta croccante – abbinamenti sempre armonici, il giusto contrasto di consistenze e strutture, giocando con gli ingredienti con consapevolezza e curiosità sempre accesa. Come se in ogni piatto ci fosse davvero una metamorfosi in corso: un fermo immagini sull’evoluzione.

La serata abbinava cibo e arte, e infatti quella sera una violoncellista ha suonato pezzi più noti – per la gioia dei collezionisti di compilation classiche – e altri più ricercati. Momenti ben alternati all’arrivo dei piatti, così da poter dare la giusta attenzione a tutto, al cibo per lo spirito e a quello per il corpo.

Le repliche, come in ogni concerto che si rispetti, non sono ammesse, ma per chi volesse provare segnalo la prossima serata a tema, stavolta dedicata alla Puglia, una sonata a quattro mani in cui Roy Caceres verrà affiancato da Gegè Mangano. Si terrà giovedì 19 aprile alle ore 20.30. Ecco il menu:

  • aperitivo a tavola con piccole preparazioni salate, alici, burrata, fave e peperoni passiti
  • crostone di pane di montagna con cicoriella di campo saltata, olio frantoiano e scottata di olio di quaglia
  • orecchiette di grano arso con cime di rapa mollicate e oliarola garganica
  • carrè di agnello con cardi e pomodori secchi
  • mandorle di torrito, mosto cotto e limone
  • piccola pasticceria
Costo a persona 80 euro inclusi i vini in abbinamento dell’azienda Albea. Prenotazione obbligatoria. Per info e prenotazioni info@reamedelgusto.com e 338-4673591.
Metamorfosi | Via Giovanni Antonelli, 30/32 – 00197 Roma | tel 06 8076839 | email info@metamorfosiroma.it

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