Slawka G. Scarso

Short stories, poems and the odd travel note // Racconti, poesie, e qualche appunto di viaggio

Zaino in spalla

Ritorno nel Vecchio Continente

idrovolanteE sono di nuovo qui, ad affacciarmi su un vulcano estinto…

Gli ultimi giorni canadesi sono stati un correre frenetico, come i primi del resto. Tra la prova di verifica da preparare e correggere, tra le esercitazioni da organizzare e le gite finali il tempo è volato.

Sabato scorso forse è stato il giorno più memorabile di tutti. Partenza alle nove e qualcosa con un idrovolante, decollo e vista Vancouver – quasi si potevano sfiorare i grattacieli con la mano. E poi l’atterraggio in quel gioiello della baia di Victoria, mezz’ora più tardi. Quello sì, che è volare.

Victoria è una cittadina costruita in epoca, guarda caso, vittoriana. Nel corso degli anni è riuscita a mantenere un accento British, un misto tra Brighton (ma senza pier) e un cupo castello scozzese – l’Empress hotel. Tanto per cambiare, ha piovuto quasi tutto il tempo, ma ho trovato riparo prima nel Museo della British Columbia e poi nell’Empress hotel. Nel museo, con il mammouth, con la sezione interattiva dedicata al clima, con la mini città tardo ottocentesca ricreata a dimensione reale, ero una spugna pronta ad assorbire ogni informazione. E la sezione dedicata alle First Nations (le nazioni indiane) era così coinvolgente da essere inquietante… Nel primo pomeriggio ho preso il té all’Empress hotel, col sottofondo della musica di un pianoforte a coda, i lampadari giganteschi che pendevano dal soffitto, le posate d’argento e la sensazione di aver fatto un passo indietro nel tempo, di cent’anni o giù di lì…

Una toccata e fuga fuori del tempo, prima di tornare a Vancouver a fare i bagagli. E ora sono di nuovo qui, nel Vecchio e confortante Continente…

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