Ode allo scroccone
di Slawka G. Scarso
Sorride affabile,
Si muove con destrezza,
Sicuro, spavaldo,
Dispensando addirittura
Qualche battuta divertente.
Ma solo per nascondere,
E questa è una certezza
Il lato suo più vero,
Affatto entusiasmante.
Di quello che la macchina
Non la possiede per sua scelta,
Perchè c’è troppo traffico,
O troppo inquinamento,
Ma poco si preoccupa
Di chiedere un passaggio
Sebbene questo richieda
– di altri! – l’interminabile spostamento.
Di quello che interviene,
A una cena tra conoscenti,
Colleghi di lavoro,
Di studio o di passione,
E ordina piatti ricchi,
Filetti e arrosti misti,
Mentre gli altri si concedono
Per motivi di cui certo
Lui non cerca la ragione
Una pizza margherita,
O un’insalata appena.
E a conti fatti suggerisce
Che dovrebbe pur pagare
Una quota aggiuntiva,
Ma lo fa solo sottovoce,
Così piano che soltanto
La sua coscienza può sentire,
E quella con ben poco si accontenta!
Così sorride affabile,
Sicuro e spavaldo
Col poco alleggerito portafoglio,
La pancia gustosamente piena
E l’anima ancor più priva
Di quel che alcuni chiamano umano orgoglio.
gabriele
13th Marzo 2008 at 10:25 pmorca, dov’è che l’ho già visto quel piatto?
Slawka G. Scarso
13th Marzo 2008 at 10:44 pmEhm…mmmm… ehm…
E’ che non avevo la macchinetta fotografica con me 😉 e cmq quella era una delle foto che avevo scattato io, no? Tutti i diritti sono Nanopausizzati 😛
christian
14th Marzo 2008 at 4:09 pmdov’e’ che si puo’ scroccare da mangiare? qualcosa di buono, spero… mi e’ venuta fame! 😉
Slawka G. Scarso
14th Marzo 2008 at 4:16 pmNello stesso “posto” dove ci siamo conosciuti 😉
christian
14th Marzo 2008 at 6:05 pm😀
Eugenio
26th Marzo 2008 at 2:08 pmUn pezzo interessante, vale la pena di osservare che “affatto entusiasmante” significa molto entusiasmante e non è lo stesso di “niente affatto entusiasmante”. Avere affatto di x = avere molto di x; non avere affatto di y = non avere nulla di y. Schlicht.
Slawka G. Scarso
26th Marzo 2008 at 2:24 pmCiao Eugenio, sono felice che ti sia piaciuta la mia poesia.
La tua osservazione è giusta: nella lingua scritta l’affatto andrebbe preceduto da “niente” o da “non” cosa che invece viene abitualmente evitata nella lingua parlata… Però sono del parere che con l’italiano ci si possa ancora giocare un po’, soprattutto in “poesia” (uso le virgolette perchè nessuno possa accusarmi di essermi montata la testa…) magari prendendo a prestito qualcosa dalla lingua parlata.
Chiamala licenza poetica, chiamala come vuoi ma alla fine l’importante è aver trasferito il concetto. Nella Garzantina si giustifica l’utilizzo nella lingua parlata del solo “affatto” in base al contesto, all’intonazione, alla mimica. Credo che il tono di questa poesia sia molto chiaro, e sia da solo sufficiente a chiarire ogni dubbio circa l’uso o meno del “niente” o del “non”.
Alla prossima!
eleU
23rd Febbraio 2009 at 2:45 pmGeniale trasposizione in versi della pochezza di certi scrocconi. Chapeau!
eleU da aNobii
Slawka G. Scarso
23rd Febbraio 2009 at 3:05 pmEleU, così però mi fai arrossire! 🙂