Slawka G. Scarso

Short stories, poems and the odd travel note // Racconti, poesie, e qualche appunto di viaggio

Zaino in spalla

Di messe e di cheesecake – direttamente da Vancouver

Il jet lag ancora ha il suo effetto ma tutto sommato sto decisamente meglio. Domani incomincio il corso ma ho approfittato della domenica per andare a vedere un museo e fare pure un salto in chiesa.

La chiesa di St. Paul’s è piccola, nascosta dietro tanti mendicanti (qui a Vancouver ce n’è un numero impressionante). Era una di quelle chiesette tutte fatte di legno, col tetto spiovente altissimo, e per il resto delle decorazioni alquanto scarne. Il sacerdote era un po’ difficile da seguire – un fatto più di vecchiaia che di difficoltà della lingua. Per il resto tutto come in Italia, inclusa la prevalenza totale di anziani. Arrivata al Padre Nostro mi sono trovata in una di quelle catene umane da cui rifuggo sempre, possibilmente con qualche risata soffocata e imbarazzata scambiata con mio fratello. Ma lì che potevo fare? Alla fine però mi hanno conquistato, e ho capito che davvero era una messa tutta diversa rispetto a quelle nostre. Innanzitutto perchè uno dei membri del coro ha chiesto a tutti chi aveva avuto il compleanno in questi giorni, e poi abbiamo cantato Happy Birthday to you tutti insieme a una tale signora Coreen. Ha invitato tutti a prendere una tazza di caffé e una fetta di torta in sacrestia, ma prima di chiudere fatto un’ultima domanda.

“Ci sono persone che partecipano alla nostra messa per la prima volta?”

Non potevo nascondermi: i fedeli erano una ventina, ovviamente si conoscevano tutti. La domanda era riferita a me e nessun altro.
Ho alzato timidamente la mano. “Posso chiederle da dove?” mi ha chiesto davanti a tutti. “Roma” ho risposto io. Un “Oohh” si è diffuso in tutta la chiesa in men che non si dica, quasi fossero stati 200, e poi è partito l’applauso. Ho sorriso ringraziando.

Mentre uscivo ancora incrociavo gente che mi chiedeva: “Ma davvero sei di Roma?”.

2 Comments

  1. Fabrizio Rasori

    28th Febbraio 2007 at 9:25 am

    Emozionante. Sei così religiosa da partecipare a funzioni ovunque nel mondo.
    Io anche quando sono all’estero ( e purtroppo non capita quanto vorrei) visito le chiese. Ma perchè sò che li trovo le tracce della storia, del tempo passato. Sono, in genere, un libro di storia scolpito nella pietra.
    Non sono più un punto di aggregazione da quando ho lasciato l’oratorio, e non avevo ancora la barba allora (non avevo proprio i peli direi).
    Comunque leggendo la tua cronaca, non so perchè, ho pensato a Paolo che viaggia visitando le comunità cristiane sparse per l’impero romano. Chissà perchè.
    Ma producono anche vino in canada? E soprattutto, com’è il salmone?

  2. Slawka G. Scarso

    28th Febbraio 2007 at 8:07 pm

    Ciao Fabrizio! Dire che è bello vedere se/come cambiano le funzioni, anche quando la religione e la confessione sono le stesse. C’è sempre qualcosa in più da imparare sulla gente del luogo, per tutte le religioni, visitando il loro luogo di culto che visitando un museo.

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