La danza folcloristica nel “Cappello a tre punte” di Manuel de Falla
Composto nel 1919, Il cappello a tre punte è uno dei balletti che maggiormente ha contribuito alla fama di Manuel de Falla. In esso emergono alcuni dei tratti salienti dell’opera artistica del compositore spagnolo: dalle influenze di Ravel (con cui entrò a contatto durante la sua permanenza parigina) e l’approccio innovativo all’orchestrazione che lo collocano a pieno diritto tra i compositori più moderni dell’epoca, fino alla presenza di quegli elementi tipici del folclore spagnolo che non abbandonò mai.
In particolare, nel Cappello a tre punte inserisce il fandango, una danza spagnola dall’andamento vivace già presente nel 1887 nel Capriccio spagnolo di Rimsky-Korsakov, ma anche l’olé gaditano tipico dell’Andalusia e la seguidilla che ritroviamo invece nella Carmen di Bizet e ancora la jota, una danza vivace e briosa, solitamente accompagnata da chitarre, nacchere e altri strumenti tipici, che de Falla aveva sentito precedentemente ad Aragona.
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