Sangiovese purosangue – un viaggio nel tempo
“Eh, questo è pure più vecchio di me,” faccio guardando con occhi emozionati la bottiglia di Rosso di Montalcino Baricci del 1975 che il signor Buffi mi sta mostrando, pronto a versarlo nel mio bicchiere. “E di parecchio,” mi fa lui, sorridendo. Un galantuomo davvero, non c’è che dire, visto che d’inverni, da quella vendemmia alla mia nascita, ne erano passati appena due. E quando assaggio esplode l’emozione davanti a un vino che, malgrado i suoi 37 anni, impressiona per la sua freschezza e strega per quei ricordi di salmastro – confermati anche da Armando Castagno, e se lo dice lui…! E intanto il signor Buffi mi spiega che quel vino è dell’anno in cui è nato il primo figlio, così come l’81 è l’annata del secondogenito, oltre che del secondo vino che mi fa assaggiare. Insomma, per l’occasione si è portato la scorta di famiglia, si vede mentre parla che sono annate importanti. E ci mettiamo a chiacchierare di come sia bello ricondurre le vecchie annate a certi fatti, a certi accadimenti. Occasione rara, questa, ma è stata una delle perle di Sangiovese Purosangue una manifestazione dedicata al Rosso di Montalcino, da 100% uve di Sangiovese, che si è tenuta questo fine settimana a Roma, organizzata da Davide Bonucci di Enoclub Siena, coadiuvato da Enrico Pacciani. E di aziende che avevano portato generosamente vecchissime annate di Rosso di Montalcino ce n’erano diverse in una degustazione a banchi d’assaggio sorprendentemente riuscita. Riuscita per i vini che c’erano, riuscita per l’atmosfera e per la gente che si incrociava.
Così per me è stata l’occasione per rivedere vecchi amici come Luciano Ciolfi di Podere San Lorenzo, convinto purista dal Rosso di Montalcino e considerando i risultati del suo, che ieri ho degustato nelle annate 2004, 2007 e 2008, chi può dargli torto? Ma ho rivisto anche Matteo Benvenuti di cui vi segnalo il delizioso agriturismo Antica Grancia Quercecchio, in un convento del 1400 dove nel 2006, in un’altra vita, quasi, ho fatto una rimpatriata con i colleghi universitari. E’ stata anche l’occasione per conoscere Giulio Salvioni finendo a parlare di viaggi in Africa e di effetti benefici della papaya dopo una scottatura, prima ancora che di vino! Per dare un volto a Nelle Nuvole (“Ah, ma davvero è lei?”) e ancora conoscere Lamberto Fattoi e più tardi Elisa Sesti, che, metà toscana, metà inglese, oltre a farci assaggiare anche lei qualche vecchia annata, mi ha risparmiato la fatica di dover fare da interprete, spiegando tutto a mio fratello e al suo amico che, venuti da Londra per il novantesimo compleanno di mia nonna, si erano uniti entusiasticamente a me nella degustazione.
Il bello di questa manifestazione era proprio quello di avere la possibilità di degustare più annate dello stesso Rosso di Montalcino, confrontando microzone, vendemmie, scoprendo che questo “fratello minore” del Brunello sa regalare incredibili sorprese in quanto a potenziale d’invecchiamento, facendosi raccontare qualche dettaglio inedito direttamente dal produttore stesso. Così, mentre degustavo, a mente già iniziavo a delineare il prossimo viaggio in terra ilcinese… Per approfondimenti, date una letta a Percorsi di Vino di Andrea Petrini, official blog della manifestazione. Il rischio è però di rimpiangere, e parecchio, di non essere venuti, vi avverto.
Rolando
29th Gennaio 2012 at 11:00 pmIl vino buono lo fa la bella gente, sempre più convinto di questo
andrea petrini
30th Gennaio 2012 at 6:48 pmNon potevi trovare parole migliori, grazie!
Slawka G. Scarso
30th Gennaio 2012 at 6:58 pmRolando, condivido pienamente il tuo pensiero.
Andrea, grazieeeeee!