Il vino in italia, presentazioni
Viaggia, scrivi, viaggia – diario di un minitour nel nordovest
Eccomi di ritorno da un fine settimana che definirlo intenso è poco. E’ iniziato con la partenza per Genova, in treno, con abbastanza libri per tre presentazioni – suddivisi in due trolley – e un paio di gentilissimi signori che a turno si sono offerti di aiutarmi con la valigia, ignari, poverini, del contenuto cartaceo. A loro il mio primo ringraziamento.
Viaggio filato liscio, con parecchia emozione passando per le Cinque Terre, rendendomi conto che quel tratto che avevano mostrato in televisione, a Monterosso, era proprio quello in cui terminavo uno dei miei racconti -oggi più riconoscibile che a novembre. Arrivata a Genova Brignole mi sono recata a piedi all’Hotel Astoria – 8 minuti appena (incluso il tempo di guardarmi attorno un po’ smarrita e chiedere uno scusi, per Piazza Brignole è di là, vero?). Ero ospite della delegazione AIS di Genova, invitata da Linda Kaiser che si occupa della comunicazione, e dal delegato Alessandra Pocaterra. Ho trovato una squadra ricca di donne, gentili e professionali tutti. E la logistica, poi, per me che venivo in treno era perfetta. Così, dopo aver cenato velocemente al ristorante Il Convivio, alle 20,30, nella sala convegni di questo grazioso albergo in stile Liberty, è iniziata la prima presentazione. Esperienza bellissima e stimolante insieme, perché era la prima volta che giocavo “fuori casa”, che presentavo il libro fuori Roma. Platea interessata, qualche domanda dal pubblico, la lettura di 3-4 brani. E a seguire degustazione dei vini di alcune delle aziende presenti nel libro: Ottaviano Lambruschi, Ar.Pe.Pe, Villa Bucci, Cantina di Santadi, Azienda Agricola Dattilo, Barraco e Benanti.
L’indomani, sveglia alle 5.30 – in realtà l’adrenalina era così tanta che non ho dormito affatto – e poi di nuovo in stazione diretta a Chivasso. Ho recuperato un po’ di sonno in treno e al mio risveglio, a metà strada, mi sono trovata circondata dalla nebbia. Per fortuna arrivata a destinazione si era alzata, e da lì mi sono spostata in auto verso Aosta con Fabrizio Gallino, che la Valle d’Aosta la conosce e la ama profondamente. Di neve ce n’era poca, ma tirava un venticello freddo… Due passi per il centro, quanto bastava per percorrere la graziosa via Sant’Anselmo, che taglia tutto il centro storico, dove si è tenuta, all’interno dell’enoteca La Vineria, la presentazione valdostana del libro. Qui è stata una vera e propria intervista ad alta voce, durante la quale ho risposto alle domande precise, attente, di Fabrizio Favre, con focus particolare, ovviamente, su quello che riguardava la Valle d’Aosta. C’erano persino RAI TRE e Rete Saint-Vincent! Miracoli delle regioni autonome, a Roma me la sogno quest’accoglienza! Di gente non ce n’era tantissima, purtroppo, eppure la magia era sempre là, soprattutto rivedendo i quattro produttori presenti nel libro – o parenti in rappresentanza dell’azienda familiare – L’Atouéyo, Grosjean, La Vrille ed Ermes Pavese – di cui abbiamo poi degustato i vini assieme ad alcuni assaggi di prodotti tipici come la mocetta, la fontina o il lardo d’Arnad con un pane di segale che già da solo ti prendeva per la gola e per il cuore insieme. L’evento era organizzato dall’Association Viticulteurs Encaveurs che ringrazio.
E per finire siamo scesi a sud, verso Torino, dove si è tenuta l’ultima presentazione nella graziosa location del Luna’s Torta, in zona San Salvario – un tempo desolata, oggi sempre più fighetta. Qui presentazione davvero in amicizia, molto easy, grazie alla mediazione di Beppe Marchetti. Tanti gli amici che sono intervenuti, tanta l’emozione soprattutto davanti a certi passaggi letti, certi racconti che sul libro per motivi di spazio non ci sono finiti. A farmi da spalla, in questo caso, altre due persone splendide: Vittorio Rusinà e Luigi Fracchia, due amici dotati di grande cuore e grande cervello insieme. E a seguire, tra un racconto sulla cortina di ferro “al di là della collina”, e un altro sui terrazzamenti della Valtellina e sull’eroismo di questi viticoltori, abbiamo degustato rispettivamente la Ribolla Gialla di Ronchi di Cialla e il Rosso di Valtellina dell’azienda Aldo Rainoldi assieme a un gustoso aperitivo preparato da Andrea del Luna’s Torta. Anche se lontano da casa, mi sono sentita a casa.
Ecco infine i posti dove sono stata, per un consiglio al volo, casomai vi trovaste in zona
Hotel Astoria, Genova – atmosfera Liberty, servizio cortese, camere spaziose e soffitti altissimi. Poi in camera c’era il bollitore con il tè, che già solo per quello fa guadagnare punti extra. La colazione non l’ho provata perché avevo il treno troppo presto.
Ristorante Il Convivio, Genova – ambientazione da osteria moderna, accogliente e minimalista insieme; servizio cortese e disponibile – avevamo fretta visto che dopo poco sarebbe iniziata la presentazione. Le trofie al pesto sono state davvero un buon inizio, e la frittura di pesce, fragrante e leggera.
Enoteca La Vineria, Aosta – selezione di vini valdostani ma anche grandi nomi del vino e non solo. Si viene per acquistare una bottiglia di vino, ma ci si può fermare anche ad assaggiare qualcosa – in un’atmosfera raccolta, calorosa, di montagna – con prodotti tipici selezionati con attenzione. Dietro al locale c’è anche un bel pergolato, per bere fuori. Ma bisogna essere più abituati di me al freddo valdostano.
Luna’s Torta, Torino – book bar a San Salvario, aperto dalla colazione all’aperitivo (servito al piatto) e ambientazione moderna, un po’ radical chic. Ci sono pure le poltroncine per sedersi a sorseggiare il tè sfogliando uno dei libri in vendita. Gestori e collaboratori, tutti gentilissimi.
Hotel Luxor, Torino – ho trovato una buona offerta online, per questo albergo a due passi dalla stazione Porta Nuova. Camera e bagno puliti e luminosi, e grande silenzio. La colazione buona ma molto meglio fare un salto in una delle tante caffetterie storiche di Torino (Platti è a due passi).
Il Kitchen, Torino – cucina da sognare le stelle in un’ambientazione gustosamente retrò. Pochi tavoli, qui e là un vecchio telefono a gettoni, un qualche aggeggio di modernariato, ma senza per questo distogliersi dalla qualità della cucina. Curiosa, divertente, perfetta negli accostamenti, senza mai prendersi troppo sul serio – a partire dai nomi dei piatti, come il cappuccino di lenticchie con spuma di ricotta di Villarbasse e croissant salati, o la tagliata di fassone in kimono. M’è piaciuta pure la rivisitazione del tiramisù – smontato! – e io di solito non sono da dolci.
Caffè Al Bicerin, Torino – non potevo non fare una tappa al Caffè al Bicerin. Storico locale torinese, famoso da secoli per il Bicerin, appunto, una sorta di caffè-cioccolato (servito in un bicchiere con la panna montata sopra) arricchito da qualche spezia che appaga quanto una cioccolata calda ma dando la sferzata di energia di un caffè.
Davide Marone
16th Gennaio 2012 at 7:26 pmMi spiace non aver partecipato, ma impegni di studio me l’hanno impedito! Il tuo libro letto e riletto…gran capolavoro!
Spero di rincontrarti presto.
Ciao Davide
Slawka G. Scarso
16th Gennaio 2012 at 7:30 pmDavide, grazie mille del messaggio. Mi è dispiaciuto non vederti ma ti capisco benissimo – sempre troppi gli impegni e troppo poco il tempo. Sono certa che ci sarà presto un’altra occasione. Un grande abbraccio!
Daniela @Senza_Panna
16th Gennaio 2012 at 10:55 pma saperlo prima che andavi ad Aosta lo dicevo a un paio di amici 🙂
Slawka G. Scarso
16th Gennaio 2012 at 11:03 pmDaniela, ormai sei troppo presa dal coaching 😉 grazie del pensiero!
stefy
17th Gennaio 2012 at 10:43 amBel weekend!!! complimenti 🙂
tartetatin
21st Gennaio 2012 at 9:52 pmCiao,
mi son accorta stasera che è successo un tweet pasticcio: scopro ora che son stata cancellata da te.. credo sia un tweet errore..
Ci ritroveremo di sicuro..se non sul web , ma a torino::)
Ciao Slawka
bi
Slawka G. Scarso
21st Gennaio 2012 at 10:02 pmGrazie Bianca! Non ho idea di come sia successo ma per fortuna abbiamo presto rimediato 🙂 grazie della segnalazione!