Un buon inizio
Il signor Negri, un uomo sulla settantina, sordo da cinque anni e grigio da sempre, si alzò quella mattina con le intenzioni molto chiare: avrebbe cominciato a scrivere la sua biografia.
Una volta preso il caffé, si recò nel suo studio, tirò fuori da un cassetto un quaderno vuoto con le righe grandi della quinta elementare e una penna ancora racchiusa nella confezione originale. Poi si sedette, sistemando la sedia ben vicina alla scrivania.
Iniziò il quaderno scrivendo il suo nome nella copertina interna, in stampatello, le lettere ben distanziate. Sbarrò con due brevi segni, perfettamente paralleli, la riga dove occorreva indicare la classe. Scese con lo sguardo a quella sotto, quella della materia. Fissò la riga vuota per alcuni secondi.
Si guardò attorno per un po’, poi finalmente le parole affiorarono nella sua testa e contemporaneamente si impressero sulla carta.
“Un buon inizio,” scrisse.
Soddisfatto del titolo che aveva dato alla sua biografia, chiuse il quaderno e si alzò.
Una decina di minuti dopo la signora Anna, la governante che da più di trent’anni si prendeva cura della sua casa, si affacciò nello studio vuoto. Notò subito il quaderno appena iniziato. Si avvicinò alla scrivania, sollevò la copertina e lesse il titolo alla riga della materia. Un sorriso nostalgico segnò il suo viso. Lentamente, senza che lei potesse fare nulla per fermarlo. Richiuse il quaderno.
Si diresse alla finestra, poco distante dalla quale si trovava un cavalletto sul quale era poggiata una tela con su dipinti pochi tratti in un’unica tinta. Nessun altro colore, nessuna sfumatura: solo i contorni del paesaggio fuori dalla finestra. La signora Matilde prese la tela, e se la mise sotto braccio. Piegò il cavalletto e lo tenne sotto l’altro braccio.
“Tornerò a prendere anche te, tra poche settimane,” disse al quaderno.
Proseguì quindi lungo il corridoio verso il grande salone. Quando entrò si fece largo tra kit del fai da te usati una sola volta; un mucchio di creta informe; il contorno di un puzzle da 5 mila pezzi; un violino, un oboe, un trombone e un pianoforte, ciascuno suonato una volta appena; un pezzo di legno con intagliata la sagoma di un cavallo a dondolo; e almeno un migliaio di libri di cui sapeva che erano state lette soltanto le prime pagine.
“Un buon inizio”, sussurrò pensando al titolo del quaderno del signor Negri e sorrise rendendosi conto che quella biografia appena iniziata era l’unica opera che aveva completato.
joanna
26th Aprile 2008 at 1:20 pmciao 🙂
bello iul blog..
posso chiederti dove hai letto i lamenti di kochanowski in italiano?sto cercando una copia in tutte le maniera e non la trovo..e mi servono per un esame..grazie