Praga l’arrivo
Era una vita che non provavo a tenere un diario online proprio durante il viaggio, giorno per giorno. Visto pero’ che sono riuscita a infilare il netbook della mamma nel bagaglio a mano e visto che l’albergo ha anche il wifi, ecco un po’ di aneddoti laiv dalla Repubblica Ceca.
Viaggio della speranza con la Wizz Air che ha fatto casini su casini dal nuovo terminal (si sono appena spostati al 2) e noi che aspettavamo in fila, per un’ora contata, tutto sommato ordinati. Poi al gate, in attesa dell’imbarco, del volo neppure l’ombra. Un’ora di ritardo e quando finalmente sono apparse le hostess ci hanno invitato ad andare a un altro gate, da tutt’altra parte di Fiumicino, e allora tutti a correre cosi’ velocemente e in massa che sembrava Mamma ho perso l’aereo. Ci mancava la musica di sottofondo.
Poi c’e’ stato l’arrivo a Praga, stavolta niente autobus n. 119 ma l’autista che mi ha portato fino all’albergo (Neruda, sulla Nerudova, 2 minuti dal castello, a camminare piano piano). Guidava come un folle, tagliava la strada e bestemmiava e al tempo stesso sorrideva e chiacchierava. Voleva sfoggiare le due parole di italiano che sapeva, ma alla fine erano piu’ o meno solo “vocabolario” e “studiare” (pero’ le ripeteva ciascuna tre volte di fila per farle sembrare di piu’) e per fortuna siamo riusciti a comunicare in ceco-polacco. Ecco, l’aspetto piu’ bello di viaggiare da soli e’ che parli con chiunque, scopri cose che non sapevi. Anche stasera quando ero a cena da sola visto che la serata era libera da programmi di gruppo. Sono tornata in uno dei ristoranti gia’ visitati ad agosto con le ragazze, per andare sul sicuro, tanto piu’ che ero certa che avrebbero accetato la carta. Atmosfera simpatica, cibo buono ma alla seconda visita non meritevole di recensioni cosi’ positive sulla guida Michelin… Visto che ero sola mi hanno fatto sedere a uno dei tavolini del bar – che poi erano comodi, niente da dire. E subito due americani, sui 35-40, hanno attaccato bottone. E’ uno degli aspetti che mi piacciono di piu’ di certi americani quando sono in viaggio, che hanno voglia di parlare con chiunque. E quando si mangia per conto proprio e’ sempre piacevole. Cosi’ scopri che c’e’ gente che prende e parte: va in un posto in vacanza e finisce che ci resta a tempo indeterminato, si trova un lavoro li’ e vai. E’ fatta. Io non lo so se sono cosi’, non credo. Potrei farlo, ma servirebbe un motivo che sento mio. Un castello in aria che finalmente si degna di calare verso terra, mettere le radici. Non so se mi spiego.
Praga rispetto a due settimane fa e’ un’altra citta’. Svuotata, c’e’ molta meno gente per strada, forse colpa del freddo. E’ quasi meno dorata ma forse perche’ sono arrivata che gia’ faceva quasi buio. I ristoranti erano quasi tutti vuoti tranne quello dove sono stata io che mi hanno detto gli americani pare sia in mani losche… Strano essere qui senza le ragazze comunque. E’ proprio un viaggio diverso. Nel frattempo ho gia’ conosciuto uno dei compagni di viaggio, e altri due credo di averli individuati: c’era quello scambio di sguardi un po’ intimidito, quando non sai se chiedere se anche loro sono col gruppo XY anche se sotto sotto lo sai che deve essere cosi’, che non faresti nessuna gaffe, anzi. Forse dovrei farmi avanti io quando vedo certe espressioni, dire: si’ si’, hai capito bene. Ma tanto tra poche ore verremo presentati ufficialmente e allora niente piu’ imbarazzi. Speriamo. E ora anzi si va a nanna, domani sveglia presto. Dobrou noc.
stefano
5th Settembre 2010 at 10:48 pmPraga che bella… 🙁 ‘notte 😉