Lui è tornato
Di macchine del tempo, nella storia della letteratura e delle arti in genere, ce ne sono state tantissime. Non era mai capitato, però, prima di questo libro, che a viaggiare nel tempo fosse proprio Adolf Hitler.
Cosa accadrebbe se Hitler, dopo un viaggio nel tempo, arrivasse ai giorni nostri? Come vedrebbe la Germania e il mondo contemporaneo? Come verrebbe accolto? Sono queste le domande dietro a Lui è tornato, di Timur Vermes. In questo romanzo Adolf Hitler improvvisamente si risveglia nella Berlino dei giorni nostri, con ancora indosso la sua divisa, e viene scambiato per un attore-imitatore visto che nessuno crede al fatto che lui sia il vero Hitler. Da lì finisce in televisione, in un percorso vorticoso che agli occhi di Hitler stesso appare come la dimostrazione che il destino abbia di nuovo in serbo per lui il programma di salvare la Germania (era la sua convinzione anche all’epoca).
Lui è tornato è un romanzo surreale, nel senso che parte dalla realtà e fa un salto oltre. Fa anche ridere, nei suoi paradossi, e attraverso i suoi paradossi, attraverso una satira fondata su un’attenta ricerca (come dimostra la postfazione dell’autore), riesce a dire anche le cose più fastidiose e vere. E così, pur partendo da un presupposto fantasioso, da un’ipotesi impossibile, la costruzione è vera fin nelle fondamenta. E ti fa pensare.
Lui è tornatoTimur Vermes
Bompiani 2013
Tradotto Francesca Gabelli
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