L’estetica del fungo di Tony Saccucci
Quand’ero piccola se c’era una cosa che non sopportavo era accompagnare mio padre a cercare funghi. Inevitabilmente dopo i primi 10 metri e sotto l’assedio dei pungitopo iniziavo a fare la domanda che ogni ragazzino pronuncia più frequentemente dopo l’iniziale perché: “quando arriviamo?” Quesito diffuso anche nella variante “quando torniamo a casa?”
Per me i funghi erano qualcosa di odioso: volevano dire terreni scivolosi, lo spettro di chissà quale animale o peggio ancora insetto velenoso, e ancora il pizzicore del pungitopo. E dire che eravamo solo nel bosco sotto casa. Così, mentre leggevo le belle pagine di Tony Saccucci e mettevo il naso nella magia del bosco, da lui così ben descritta senza arrivare mai a esagerare nelle aggettivazioni, ripensavo spesso e volentieri a quei momenti che improvvisamente acquisivano anch’essi una nostalgica magia.
Di anni ne sono passati e ora ho col bosco un rapporto ben più maturo e bilanciato. Adoro l’odore delle foglie bagnate, adoro il crepitio di quelle ancora aggrappate ai rami, la terra molle di fango, le pozzanghere che riflettono un fazzoletto di cielo. Certo, ora mi limito a seguire sentieri ben tracciati, ma dopo aver letto L’Estetica del Fungo probabilmente mi capiterà di guardare qui e là immaginando nascosta da qualche parte una fungaia. Non pensate però al classico libro illustrato sui funghi, con le schede per ciascuna tipologia. Qui le uniche tipologie descritte sono quelle dei fungaioli, catalogati in base al tipo psicologico. Tornano frequenti i rimandi alla filosofia – perché l’estetica è intesa proprio in quel senso – perché alla fine andare per funghi è un modo di guardare la vita, di cercare se stessi. Attraverso i gesti e i rituali connessi al cercare funghi Tony Saccucci svela un nuovo punto di vista su questo mondo miracoloso in cui la natura gioca a nascondino, a volte svelandosi, a volte no. Così si parla di metafisica e fenomenologia, ma anche di nuove tecnologie e abitudini in una sequenza sempre piacevole e di facile lettura – e lo dico io che la filosofia al liceo non l’ho mai amata.
A chiudere con i suggerimenti culinari, il contributo di Carmelo Chiaramonte, cuciniere errante, come ama definirsi. Suggerimenti che ho avuto modo di provare durante una deliziosa cena al Percento enoristorante (Via Sora n. 48 – a due passi da Campo de’ Fiori, tel 06.68809554) in cui sono rimasta totalmente conquistata dal Gelato di pistacchi di Bronte, sale, porcini e olio di nocellara etnea seguito dal sorprendente cucchiaio che ricorda una piccola passeggiata in montagna verso le sette del mattino, dalla persistenza prossima all’infinito, il delizioso Gambo, gambero, cappella grattata e grano duro frantumato e per finire, il cannolo di tonno e frutti testardi della stagione marrone – come avrebbe detto una mia collega dell’università SPET-TA-CO-LO. Nella foto in senso orario.
L’estetica del fungo
Tony Saccucci e Carmelo Chiaramonte
Edizioni Estemporanee
€ 12,50
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