La voce narrante nel primo romanzo di Calvino
La forma narrativa utilizzata da Italo Calvino nel Sentiero dei nidi di ragno (1946), è stata definita dallo stesso scrittore più un “neo-espressionismo” che un “neo-realismo”. Anche se il tema della lotta partigiana si inserisce tra quelli del neo-realismo, la voce narrante non ha un tono naturalistico, documentario ma si tinge di sfumature grottesche e fiabesche. La storia, raccontata in terza persona da un narratore onnisciente, viene comunque filtrata attraverso gli occhi e il linguaggio del protagonista, Pin. Quest’ultimo è un ragazzino tra i grandi, né propriamente bambino, né tanto meno adulto.
L’utilizzo di questa voce narrante permette all’autore di astrarsi dalle prese di posizione ideologiche, quasi per evitare di farsi mettere in soggezione da un tema così grande come la guerra. Così l’io narrante finisce per identificarsi con lo stesso Pin e affronta il tema “di scorcio”. Continua a leggere il mio articolo sul Pendolo.
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