In Polonia non ho più molti parenti. La maggior parte della famiglia, per motivi politici, non è rientrata in Polonia alla fine della guerra, e ora vive a Londra. Un po’ per via di mio nonno e di Katyn, un po’ perché dalla parte di mia nonna non avevano più una casa visto che dopo la guerra la Polonia da cui venivano loro è passata all’Ucraina.
A Knurow però, non lontano da Gliwice, ho ancora un po’ di famiglia. Sono stata lì mercoledì, ospite di una mia cugina di 3° grado, credo, Elzbieta. Elzibieta ha 4 figli stupendi, simpaticissimi, che mi chiamavano “Ciocia” zia… !!! Oddio, nessuno mi aveva chiamato mai Ciocia (e neppure zia…).
Elzbieta mi ha portato a vedere ogni posto dove era stato mio nonno: la prima casa dove avevano abitato, quella dove si sono trasferiti successivamente, le scuole dove era andato, l’ufficio postale, la chiesa… tutto. E’ stato bellissimo, e per un viaggio in cui ho sentito tantissimo la mancanza di mio nonno – che ci ha lasciati lo scorso febbraio – credo che non potessi sperare in una conclusione migliore.
Knurow, nella sua parte vecchia, sembra un posto d’altri tempi. Le casette delle “kolonie”, costruite lì per le famiglie dei minatori – e in generale l’architettura della cittadina ti catapultano in un’atmosfera da vecchi racconti… mi sembrava quasi di vedere mio nonno che da ragazzino tornava a casa dalle vacanze, finito il collegio.
Ho chiacchierato a lungo con sua sorella Malgosia (Margherita). Un tipo vivace, sull’ottantina passata, che ci ha preparato una torta alle fragole squisita. Mi ha raccontato di quando mio nonno era ragazzino, della mia bisnonna, di tutta la famiglia. E’ strano come con la famiglia, non ti sei mai visto (io e Ciocia Malgosia ci eravamo parlate per telefono una volta nove anni fa), e comunque senti un legame.
Foto 1 la prima casa della famiglia di mio nonno a Knurow. Foto 2 la miniera di carbone.
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